Gay & Bisex
IL MIO SECONDO SVERGINAMENTO
di Foro_Romano
25.06.2021 |
32.803 |
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"Il dolore fu breve poi, per la goduria, il mio cervello andò in palla e ricevetti una monta lunga e sempre più feroce fino a sentirmi riempire del caldo..."
Dopo un’infanzia durante la quale avevo avuto il mio primo approccio completo con il sesso omosessuale (più che gradito), pur essendo abbastanza certo del mio orientamento (o forse proprio per quello) mi sono autocastrato per molti anni, forse troppi, tanto che ero arrivato a 23 anni senza fare niente con nessuno. Ero un bel ragazzo, bellissimo per molti, un po’ in carne, che dimostrava meno dei suoi anni. Molti ci avevano provato con me, ragazze ma anche donne, come anche uomini e ragazzi. Ma io niente, tenevo duro. I tempi erano molto diversi da oggi ed io non me la sentivo di fare un passo sbagliato, e così non camminavo affatto. Ad un certo punto mi sono detto che dovevo sbloccare la situazione. Provare tutte e due le possibilità (allora erano solo due) e poi decidere su quale fronte attestarmi. Il problema era che non sapevo che fare, dove andare, a chi rivolgermi. Conoscevo un ragazzo più grande di me, nipote di un mio professore, che era per metà italiano e metà di un paese del nord Europa, dove tutta la sessualità era possibile senza condizioni. Lui era un tipo che sapevo aveva avuto una vita piuttosto particolare. Etero assoluto, era stato un “mantenuto” di alto livello da chissà quante donne. Più volte mi aveva invitato nel suo paese, così mi decisi e partii per i lidi scandinavi. Non era lui ad interessarmi, non era il mio tipo e mai lui sarebbe stato con me, però avrebbe potuto aiutarmi.
Appena arrivato gli raccontai tutto e fu molto comprensivo, anche se insisteva perché lasciassi perdere gli uomini e mi rivolgessi solo alle donne. Il giorno dopo fece venire a casa sua una donna che mi presentò come sua amica e ci lasciò soli. Non credetti affatto a questa sua amicizia. Lei mi sembrò proprio una prostituta chiamata per l’occasione e quegli atteggiamenti, che potrebbero essere definiti “professionali”, non mi sono mai piaciuti, né in un sesso e né nell’altro. Nella mia vita non ho mai pagato nessuno. Ero abbastanza bello per poter scegliere e farmi scegliere da chi volevo io. In breve, con quella non mi si rizzò di un millimetro e lei se ne andò dicendo che ero irrecuperabile. Cosa non vera perché dopo, al mio ritorno in Italia, ho avuto parecchie storie con donne (e uomini, naturalmente).
Visto come stavano le cose, il mio amico mi fece vedere una strada piuttosto lunga dove affacciavano locali erotici di tutti i tipi (pub, disco, sexy shop, cinema, saune) e di tutte le tendenze, etero e omo. Il pomeriggio stesso andai lì e cominciai a fare su e giù per decidere da dove cominciare, e fu una scelta difficile e combattuta ma alla fine (chissà perché) entrai in un sexy shop omosessuale con annesso cinema e sauna. Da noi non c’era niente (proprio niente) e invece lì facevano le cose in grande.
Era un mondo per me extraterrestre. Stavo vivendo un sogno fantastico. Mi caricai nel cine con alcune pellicole omo e poi passai nella sauna. Ho girato tutti gli ambienti per sapere quali erano le proposte. Feci un po’ di vasca idromassaggio (con gli occhi di tutti addosso) e, dopo essermi asciugato, mi indirizzai verso i camerini.
Ero talmente incosciente che, nelle mie fantasie, avrei voluto essere catturato da un vero maschio virile e fottuto a forza. E’ un’esperienza che avrei poi vissuto e, vi assicuro, è piuttosto traumatica. Eppure, almeno nella fantasia, ancora mi è rimasta e vorrei riviverla ogni giorno.
Lungo il corridoio dei camerini c’erano parecchi uomini maturi di mio gusto ma uno, in particolare, attirò la mia attenzione e le mie voglie. Era un americano molto alto, sui 40 anni, dal fisico perfetto, muscoloso ma senza esagerazioni sviluppate in palestra, con i baffi pieni e due belle labbra carnose sotto di essi. Bastò uno sguardo e ci capimmo al volo. Mi abbrancò deciso con un braccio, mi strinse a sé, mi piantò l’altra mano sul sedere e affondò con prepotenza la sua grossa lingua in bocca. Che potevo fare? Lungi da me l’idea di respingerlo, mi lasciai andare a quel bacio passionale, stretto tra quelle braccia muscolose.
Eravamo lì, sotto lo sguardo di tutti ma incuranti di tutti. O meglio, me ne rendevo conto, ma la cosa mi stuzzicava ancora di più. Fu dopo di allora che mi resi conto che mi piaceva farmi vedere mentre facevo certe cose. Persi del tutto la ragione e mostrai pubblicamente tutta la mia troiagine. Come se fosse una cosa normale, si sdraiò in mezzo al corridoio, si slacciò l’asciugamano e mi mostrò con fierezza il suo cazzo spaventoso già quasi del tutto in tiro. Sarà stato di almeno 25 centimetri. Mi sono subito inginocchiato tra le sue gambe aperte e mi sono abbassato tra le sue grandi cosce pelose a leccargli lo scroto pesante ed altrettanto peloso. Non me la sentivo di affrontare subito quella mazza bestiale che pensavo non sarebbe mai potuta entrare nel mio culetto disabituato da tanti anni ad essere usato da un uomo.
Subito si creò un capannello attorno a noi di maschi di tutte le età che si toccavano i cazzi pregustando di assistere ad uno spettacolo live di stupro tra un uomo massiccio e un ragazzo mingherlino a pochi centimetri da loro. Passai quindi ad affrontare quella minchia da esposizione. Aprii la bocca il più possibile e mi infilai la grossa cappella e poco di più (non riuscivo a prenderne oltre), avvolgendola con la lingua saettante e succhiandola di gusto. Il sapore e l’odore di quel sesso prodigioso mi facevano perdere i sensi e la ragione. Ogni tanto passavo a slinguazzare il resto del pene.
Mi sentivo tante mani addosso che mi carezzavano la schiena, il mio culetto invitante, che mi accompagnavano la testa in quel pompino paradisiaco. Cercai di bagnarlo il più possibile di saliva con l’idea di farmi sventrare senza ritegno. In particolare, tra gli spettatori, c’era un uomo sulla cinquantina, un po’ grasso e peloso a cui evidentemente piacevo molto, che si dava da fare per aiutarci. Fu lui, mentre succhiavo, ad infilarmi la faccia tra le chiappette a slinguarmi e inumidire il buchino sacrificale per prepararlo all’impossibile penetrazione.
Quando il membro fu pronto, l’uomo prescelto mi fece segno di sedermi sopra e ficcarmelo dentro da solo. Cosa che feci, o almeno ci provai perché quel cazzo era veramente enorme e il mio buco era assolutamente inadatto a contenerlo. Tante mani mi allargavano le chiappe, altre lingue bagnavano la mia entrata, la cappella veniva puntata su di essa ma, per lungo tempo, venne provata l’impresa e non ci fu verso, nonostante il mio sfintere boccheggiasse dalla voglia.
Dovetti desistere ma, pur deluso, dovevo dare soddisfazione in qualche modo a quel maschio superdotato. Pertanto arretrai di nuovo e lo presi ancora in bocca. Questa volta furono le sue mani ad afferrami la testa per darmi il ritmo del pompino e ficcarmi il più possibile dentro quella minchia da sogno. Ma, altro che sogno! Mi stava slogando la mascella.
Per fortuna, tanta era voglia fino ad allora repressa, che bastarono poche spinte per esplodermi in bocca una quantità enorme di sperma caldo, cremoso, saporito, denso. Sentivo i suoi grugniti e vedevo le sue palle contrarsi ad ogni bordata. Io assaporavo e ingoiavo con vero trasporto, degno di una vera troia affamata e desiderosa di dare piacere ad un vero maschio voglioso di scaricarsi i coglioni. Inutile dire che, quasi in contemporanea venni anche io senza toccarmi e col cazzetto moscio.
Non appena ebbi finito di ingoiare, con ancora quel cazzo semieretto che si afflosciava nella mia bocca, sentii il membro del cinquantenne che, non so se per dare soddisfazione a me o a lui stesso per ripagarsi dell’impegno nell’aiutarmi, puntava il mio ano e, afferratomi per i fianchi, lentamente ma con decisione affondava nelle mie viscere. Lo lasciai fare.
L’idrante mi scivolò fuori dalla bocca ed emisi un rantolo ed un grido acuto di dolore misto a piacere, parzialmente soffocati dalla sborra che avevo ancora in gola. Il dolore fu breve poi, per la goduria, il mio cervello andò in palla e ricevetti una monta lunga e sempre più feroce fino a sentirmi riempire del caldo succo dell’uomo maturo, che se ne venne con un ruggito animalesco tra gli applausi degli astanti, alcuni dei quali non resistettero e mi riversarono addosso le loro sborrate.
Pieno di sperma in bocca ed in culo, fui così battezzato ufficialmente troia da sfondamento. Feci una doccia tonificante ed uscii dalla sauna per entrare in un bar a bere un bel bicchiere di fresca birra che mi ripulì anche la bocca e la gola dai residui di quei maschi. Mi sentivo rinato e pronto ad affrontare una piacevole vita da puttana senza rinnegare la mia apparenza di uomo. Sono ricordi purtroppo irripetibili.
(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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